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Scuola e Educazione

L'introvabile libro di Giacomo Carbonieri

Scritto il . Pubblicato in Scuola e Educazione.

Anna Folchi è fiorentina di nascita ma milanese d’adozione.

Racconta di Giacomo Carbonieri, un educatore sordo, anzi di un suo libro.

Durante il periodo del progetto del libro “Passato e presente”, Virginia Volterra e Giulia Porcari Li Destri, le curatrici, le propongono di scrivere un capitolo. Anna accetta e, in accordo con Emiliano (Mereghetti?), sceglie di raccontare la storia dei tre educatori sordi, Minoja, Basso e Carbonieri.

L’attenzione si focalizza su Carbonieri, un grande uomo di cui però si sa molto poco. E la storia comincia grazie a Serena Corazza, la quale, leggendo la bibliografia di alcuni libri ha scorto, accanto ad un titolo, il nome dell’autore con la dicitura “sordomuto”. A questo punto cominciano le ricerche nelle varie biblioteche, prima quelle di Serena la quale non trova nulla e poi quelle di Virginia Volterra a Bologna visto che Carbonieri era di Modena, ma non si trova nulla. Si trova solo il nome ma non il libro. A questo punto viene coinvolta Anna, chiedendole di provare a Firenze.

Anna, con un certo scetticismo, inizia la ricerca nella Biblioteca Nazionale dove lavora una persona sorda. Ci manda il padre per conto suo. E lo trova. Il libro c’è!

Fu una cosa segreta: era proibito prendere il libro perché era conservato bene e chiuso a chiave. Si fecero delle fotocopie. Da quel momento ci fu la conoscenza e la diffusione del libro. Anna è contenta di questa conquista, non è stato facile.

Il libro fu la risposta di Giacomo Carbonieri (1814-1879) al suo medico che lo aveva offeso e trattato con disprezzo. (il titolo del libro “osservazioni di Giacomo Carbonieri sordo-muto sopra l’opinione del signor Giovanni Gandolfi… intorno ai sordo-muti”).

Anna ritiene il Carbonieri uomo degno di stima e rispetto, un grande maestro. Carbonieri insegnava anche italiano. Questo vuol dire che non è vero che non si potesse insegnarlo ai sordomuti.

È un orgoglio!

Anna conclude con la speranza che nel futuro i sordi possano insegnare.