Luisella continua il suo racconto sul suo percorso all’interno delle scuole. Grazie al conseguimento dell’attestato speciale, venne chiamata dal provveditorato a lavorare come insegnante di sostegno esclusivamente per bambini sordi.
Nonostante la preoccupazione per la mancanza di esperienza, dovette accettare il lavoro per via delle nuove disposizioni normative. Iniziato il suo nuovo percorso, Luisella si trova ad avere a che fare non più con classi intere, come abituata fino a quel momento, bensì con un solo bambino sordo. Il bambino in questione ogni giorno a mezzogiorno piangeva e veniva portato a casa dalla mamma.
Luisella, sfruttando il fatto di essere sorda come lui, riuscì a farlo aprire e a farlo rimanere a scuola per tutto l’orario scolastico. Tra le tante esperienze avute con ragazzi disabili, Luisella ne ricorda una in particolare: una bambina che non parlava e con disabilità motoria agli arti superiori.
Il suo unico modo di comunicare era attraverso le espressioni del viso. Luisella, sfruttando la sensibilità agli stimoli visivi della bambina, le insegnò alcuni segni e, vedendo le sue continue difficoltà con la logopedia, comprese quali esercizi fossero meglio per lei, ottenendo ottimi risultati. Luisella ricorda con gioia la sua carriera trentennale all’interno della scuola.