Viene chiesto a Virginia Volterra chi erano gli autori coinvolti in questo volume.
C’erano due ricercatori di Bologna, il dott. Massimo Facchini e Marta Montanini, lei era una pedagogista psicologa molto interessata all’educazione dei bambini sordi. Fra gli altri autori c’era una ricercatrice che veniva dagli Stati Uniti Elena Radutzky, che era venuta in Italia per portare a termine la sua tesi di dottorato sulla lingua dei segni. Lei parlava bene italiano e quindi cercava contatti con altri gruppi interessati allo stesso tema. In questo volume lei tratta proprio il tema dell’iconicità e dell’arbitrarietà nelle lingue dei segni, sempre facendo riferimento a ricerche condotte all’estero.
Tra gli autori Elena Pizzuto che riferisce delle ricerche sull’acquisizione delle Lingue dei Segni, e Cristina Caselli ed io che parliamo dell’importanza dei gesti nell’acquisizione del linguaggio nei bambini udenti.
Poi ci sono due autori completamente estranei alla ricerca sulla lingua dei segni, nostri colleghi del CNR. La prima, Elisabetta Visalberghi, primatologa, interviene con un capitolo in cui racconta le esperienze condotte in quegli stessi anni, in cui si cercava di insegnare i segni della ASL ai primati non umani (scimpanzé e gorilla).
Infine, l’intervento di Domenico Parisi, psicolinguista, che è stato anche direttore dell’istituto di psicologia del CNR, che si chiede se la sintassi possa venire appresa e utilizzata solo dagli umani o anche dai primati non umani.