Tiziana Gulli prosegue il suo racconto sulla comunità sorda e il Coronavirus, spiegando come si è arrivati a coniare alcuni segni legati a questo specifico argomento. Per quanto riguarda la scelta del segno "Coronavirus", la comunità sorda ha inizialmente utilizzato diverse varianti fino a standardizzare il segno Giapponese, diffusosi in tutto il mondo.
Chiaramente il segno usato qui in Italia non è identico all'originale in quanto la sua esecuzione è stata adattata alle caratteristiche della Lis. Per il segno "positivo" (positività al Covid) c'è stato un grande dibattito in quanto la sua accezione può generare confusione nell'interpretazione della parola stessa, tanto in Lis quanto in italiano. L'ultimo segno di cui ci parla Tiziana è legato alla parola "quarantena", che presenta diverse varianti. In periodo di Covid la comunità sorda e la comunità udente hanno prodotto diverso materiale per intrattenere i bambini. Grazie a quanto realizzato le persone sorde oggi possono contare su molte più risorse.
Anche la scuola si è dovuta adeguare al periodo pandemico inserendo la DaD (didattica a distanza) che tuttavia non è ancora pienamente fruibile dagli studenti sordi. La pandemia ha generato grande cambiamento nelle abitudini sociali della comunità sorda; prima del Coronavirus qualsiasi occasione d'incontro, scambio e condivisione si svolgeva esclusivamente in presenza, durante il lockdown ci si è serviti della tecnologia per continuare a svolgere le stesse attività sociali e ad oggi le due modalità coesistono.
In conclusione Tiziana afferma come la comunità sorda abbia già prodotto materiale scolastico a cui i professionisti dell'educazione udenti dovrebbero attingere.