Biografia
Racconti di guerra di Rachele Martini
La famiglia di Rachele appena saputo dell’imminente arrivo della guerra si è trovata costretta ad abbandonare la propria abitazione: caricato il necessario su dei muli presi in affitto si avviavano verso le montagne. Dopo un lungo e faticoso sentiero arrivavano alla nuova sistemazione. La piccola Rachele, che allora aveva appena 9 anni, si è trovata così dinanzi alla propria vista una fatiscente casa dove l’intera famiglia si stabilisce: al primo piano, proprio sopra la stalla, grazie alla quale potevano stare al caldo.
Questa dura vita di guerra, veniva perlomeno allietata dalla compagnia di alcuni coetanei con cui giocare e trascorrere le giornate. Nelle vicinanze della montagna in cui erano situati vi era una chiesa dove il fratello maggiore di 24 anni si recava quotidianamente a dire messa. Un giorno però mentre rientrava, viene colto di sorpresa da spari dai quali fortunatamente però è riuscito ad uscirne illeso. Il secondogenito invece la mattina, assieme al padre, scendeva in paese per fare la spesa. Questa era composta sempre dagli stessi poveri alimenti come patate e vari tipi di farine tra cui quella rossa con cui fare la polenta.
La famiglia di Rachele ha trascorso all’incirca un anno in questa sistemazione fin quando, un giorno, in paese ha scoperto che la dimora era crollata sotto i colpi delle bombe. Una volta arrivati davanti alle macerie il padre, insieme al secondo fratello di Rachele, si sono ricordati del gatto dimenticato dalla madre in casa durante gli attimi concitati della fuga. Fortunatamente però il micio era stato tratto in salvo da qualche militare che dormiva nella casa di fronte il quale, sentendo miagolare, grazie ad una rampa di legno era riuscito a liberarlo. Il fratello di Rachele, il primogenito della famiglia, conosceva l’inglese. Grazie a questo aveva avuto modo di stringere rapporti con dei giovani soldati americani.
Tra di loro ce ne era uno che, conosciuta la piccola Rachele, dice alla madre che, una volta terminata la guerra, l’avrebbe portata con sé in America. La madre della piccola però aveva subito rifiutato la proposta del ragazzo. Finita la guerra la famiglia di Rachele è tornata a vivere a Sora nella palazzina di famiglia che nel frattempo era stata occupata da sfollati.
Intorno a questa c’erano terreni e pascoli e Rachele era riuscita a stringere in poco tempo amicizia con i piccoli che abitavano non lontano dalla sua dimora anche se i suoi compagni più affezionati rimanevano le galline e i polli ai quali dava sempre da mangiare.