Ginetta Rosato racconta ancora del suo percorso all’interno dell’istituto Assarotti gestito da suore. A quei tempi l’insegnante, al contrario di oggi, era lo stesso per tutto il ciclo della scuola elementare e la bambina ha la fortuna di incontrare una maestra molto brava che le trasmette l’amore per la lettura assegnando a ciascuno studente libri da leggere ogni sera prima di addormentarsi (abitudine che Ginetta conserva tutt’oggi).
Il racconto prosegue con altri ricordi: la grande passione per in cinema, anche questa nata in istituto, le tante notizie di attualità di cui le ragazze vengono messe puntualmente a conoscenza mantenendosi informate su tutto ciò che accade al di fuori e i primi ragionamenti sul futuro, grazie ai raduni mensili con le ex studentesse dello stesso Istituto (anche se in quel periodo le persone sorde non potevano puntare ad ottenere grandi mansioni lavorative).
Ginetta alla fine delle scuole elementari si vede costretta a lasciare Torino, dove non erano presenti le scuole medie, trasferendosi a Roma per poter proseguire gli studi.