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Gili Goldhorn, nata ad Israele e trasferitasi a Roma nel 2016, racconta la sua esperienza lavorativa all’interno dell’Ambasciata israeliana. Questa esperienza, durata complessivamente sei anni, le ha permesso di arricchirsi dal punto di vista personale, lavorativo e culturale. Grazie alle sue capacità e alla fiducia che è riuscita a conquistare nell’ambiente lavorativo, Gili ha inizialmente ricoperto un ruolo amministrativo per poi svolgerne altri, più complessi, come ad esempio affiancare diplomatici.
Questo lavoro le ha dato la possibilità di imparare molto nell’ambito della diplomazia, come ad esempio a modulare e ad adattare l’eloquio, a seconda del pensiero politico dei rappresentanti di altri Stati, in modo da intrattenere buoni rapporti istituzionali. Negli anni, Gili, ha lavorato con diversi diplomatici ed è grazie ad alcuni di loro che ha acquisito molte competenze, come ad esempio la modalità con cui si dà inizio ad una conversazione con una persona sconosciuta.
Gili spiega infatti che in queste situazioni, è importante avere con sé una business card da lasciare al proprio interlocutore e da integrare con informazioni personali, come ad esempio il proprio numero di telefono, solo qualora la conversazione si sposti ad un livello più interpersonale. La mediazione tra due Stati, ma soprattutto tra due culture, è un elemento imprescindibile della diplomazia.
Queste ultime possono essere simili oppure agli antipodi, come avviene per molti aspetti tra la cultura italiana e quella israeliana. In Italia, ad esempio, nel mese di agosto è prevista la chiusura di tutte le attività, mentre in Israele, si lavora sempre e le ferie sono distribuite nell’arco dell’anno. Questa diversa modalità può essere motivo di incomprensioni, per questo è importante spiegare le relative differenze.