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Gili Goldhorn, nel raccontare la sua esperienza lavorativa all’interno dell’Ambasciata israeliana, situata a Roma presso il quartiere Parioli, spiega il fine della diplomazia. Nella diplomazia, il raggiungimento di un accordo bilaterale è solo il punto di arrivo dietro il quale vi sono anni di duro lavoro. Un appuntamento tra due diplomatici, della durata di venti minuti, richiede infatti un enorme lavoro dietro le quinte affinché l’incontro possa svolgersi al meglio sfruttando ogni minuto prezioso.
La durata della preparazione è determinata dalla tipologia di competenze che un diplomatico deve acquisire. Tra di esse vi è, ad esempio, una buona conoscenza delle norme di entrambi gli Stati, che si rivela fondamentale per ottenere risultati ottimali in ambito giuridico. Nel caso in cui un israeliano volesse trasferirsi in Italia per motivi di studio o di lavoro, per poter circolare, deve convertire la propria patente di guida.
Questa procedura, che avviene grazie alla mediazione dell’ambasciata, è davvero complessa e a volte può richiedere fino a quattro anni per la valutazione di vari requisiti e la successiva approvazione da parte di uffici competenti. Per Gili, la diplomazia è un ambito in cui, se si vogliono raggiungere dei cambiamenti è necessario impegnarsi al massimo e i risultati dipendono principalmente dalla volontà e dalla motivazione di ognuno. Gili afferma, infine, di ritenersi pienamente soddisfatta di questa esperienza lavorativa in quanto le ha permesso di affrontare le situazioni più disparate e di imparare molto, rendendola oggi una donna forte e matura