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Biografia

"La famiglia Giuranna tra teatro, poesia, musica e Visual Vernacular: vite immerse nell’arte" - 1° Parte

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Rosaria Giuranna nasce a Palermo e attualmente vive a Verona. Suo padre è primo di cinque figli, sua madre è seconda di quattro e sono, per la maggior parte, in entrambe le famiglie sordi. Quasi tutti i suoi zii e le sue zie sono sposati e hanno avuto figli e nipoti, anch’essi prevalentemente sordi.

Rosaria è la primogenita e ha due sorelle e un fratello: Enza, Gabriella e Giuseppe. Ci racconta di non aver avuto figli al contrario delle sue sorelle e di suo fratello che a breve diventerà nonno per la seconda volta. All’interno della famiglia Giuranna l’arte, la poesia, il Visual Vernacular e il teatro hanno da sempre rivestito un ruolo fondamentale, di fatti ciascuno della famiglia ha avuto poi un ruolo all’interno di questo ambito. Infatti sua sorella Enza e suo padre faranno gli attori e sua madre farà la costumista.

Proprio la mamma le ha raccontato che anche lei già all'età di nove/dieci anni aveva iniziato inconsapevolmente a manifestare una vena artistica con il gioco. Rosaria invece ha iniziato a sviluppare la sua passione per riempire un’esigenza comunicativa. Infatti, mentre la madre ed il padre passavano la maggior parte del tempo intenti a cucire abiti, lei sprigionava la sua fantasia con i fratelli più piccoli: raccontava loro favole, film e tutti insieme inventavano storie e giochi. Nel momento in cui decide di iniziare ad esibirsi all'ENS suo padre inizialmente si oppone. Prova allora a ripiegare sullo sport, in particolare sul ping pong, ma capisce subito che non fa per lei.

A quel punto, insieme ad una sua amica, inizia a cercare altri che come lei fossero appassionati e disposti a sperimentare quest’arte. Così, intorno al 1970 inizia la sua carriera teatrale che prosegue poi con la poesia, anche grazie ad Elena Pizzuto. Nel 1983, grazie ai suggerimenti dello zio Armando, Rosaria e le sue sorelle si esibiscono con l'Inno di Mameli in occasione del 9° Congresso Mondiale di Palermo del WFD. Decidono di utilizzare l'Italiano Segnato per poter trasmettere le rime del testo nel modo più fedele possibile. Nel momento in cui a Rosaria viene chiesto quale sia il significato del testo dell’Inno di Mameli lei non sa dare una risposta ben precisa, tuttavia anche dopo averlo eseguito al Circolo dell’ENS il riscontro è molto positivo.

Ci spiega, infatti, che aveva le parole senza la musica e che il successo era dovuto principalmente al ritmo, che solo negli ultimi anni è stato definito RitMoVi. Le sorelle Giuranna decidono di ampliare il gruppo includendo altre tre persone, tra cui il fratello Giuseppe e Anna Folchi. Rosaria afferma che l’Inno di Mameli si è diffuso sempre più e confessa di esserne dispiaciuta perché nonostante l’obiettivo iniziale di fare conoscere la lingua agli udenti sia stato raggiunto, oggi se ne fa un uso improprio. L’Inno di Mameli è arrivato, si, a Sanremo e come per i testi delle altre canzoni è possibile coglierne il significato grazie all’interpretazione, ma non è travolgente come una forma d’arte spontanea e non tradotta. Fra i tanti, menziona la bravura di Daniele Pino, un artista sordo capace di trasmettere sempre forti emozioni. Infine, Rosaria si auspica che in futuro il RitMoVi possa essere il principale veicolo dell’arte in LIS, e che possa diffondersi sempre più.