Anna Folchi racconta del suo incontro con Oliver Sacks, neuropsichiatra famoso nel mondo che ha scritto un libro, “vedere voci”, titolo che le piace molto perché “suona bene”.
Ed è orgogliosa di averlo conosciuto.
Per raccontare del suo incontro comincia col dire che Virginia Volterra è una persona che “conosce il mondo”, infatti ha tantissimi contatti sparsi per ogni dove.
Un giorno sarà proprio Virginia ad avvisarla che il famoso neuropsichiatra sarà a Roma per un convegno.
Ma non sarà questa la volta che lo conoscerà perché Anna verrà ricoverata in ospedale per problemi ai reni. Naturalmente ci rimase male per non averlo potuto incontrare.
Lo conoscerà in un’altra occasione sempre grazie a Virginia Volterra che lo doveva incontrare per il libro “i primi 400 segni”. Si incontreranno in un ristorante nei pressi della basilica di san Pietro.
Qui Anna racconta divertita di come rimase colpita dalla figura di Sacks: un omone grosso, come “un armadio”, capelli bianchi e barba folta “come babbo natale”, si aspettava una persona dall’aspetto normale ed invece… e si rivela un “uomo dolce, molto dolce”.
Virginia traduce tutto il tempo, per lei, per lui, a voce e a segni, in inglese, in LIS… “è stata bravissima!”. Un dialogo a ritmo serrato. E Oliver Sacks si è rivelato molto curioso: proprio lui, il famoso neuropsichiatra tanto ammirato nel mondo era lì a fare domande sul libro, sul mondo dei sordi, voleva sapere tutto, era per lui come “un viaggio bellissimo tutto da scoprire!”.
In quell’occasione Sacks le ha regalato la bozza del libro (vedere voci) con tanto di dedica. Che la incoraggia scrivere libri. Anna ne è orgogliosa! Lo conserva come un cimelio dal valore inestimabile anche se è solo una bozza.
Dopo non lo ha più incontrato.
Per lei quell’incontro ricco e bello resta un ricordo immemorabile.
Grazie a Virginia.